Modificato il: 30/05/2023
Diversi studi dicono di sì, così come l’esperienza di molti consumatori, ma servono altre ricerche per confermarlo
Il sonno occupa il 25% circa della vita ed è fondamentale per il benessere psicofisico dell’uomo: i problemi legati al sonno, oltre a danneggiare la qualità della vita delle persone, possono comprometterne la salute.
Le proprietà della cannabis possono aiutare a contrastare i disturbi del sonno e combattere l’insonnia?
Vediamo cosa dicono gli studi e le esperienze dei consumatori.
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Sonno e insonnia: come funzionano e che influenza hanno sull’organismo
Che il sonno sia fondamentale per la salute dell’uomo è risaputo da tempo. Dormire ha un’importanza cruciale per tanti motivi: oltre a rallentare le funzioni fisiologiche, il sonno consolida e allo stesso tempo ripulisce la memoria, impatta sull’apprendimento, sulla produttività e anche sulla capacità di risolvere i problemi. Ma non è tutto qui: alcune ricerche dimostrano che il sonno influisce anche sul peso e sulla salute del cuore.
Il ciclo del sonno prevede tre stadi: veglia, fase non REM (circa il 75%) e fase REM, che detto in parole povere è la fase in cui si sogna e l’attività cerebrale, nonostante si dorma, è molto intensa.
In media, si dovrebbe dormire dalle 7 alle 8 ore, ma la quantità di sonno necessario al ristoro è individuale, riducendo però al minimo le variazioni.
Se qualcosa disturba il ciclo del sonno, si parla di “dissonie” o, appunto, di disturbi del sonno: l’insonnia ne fa parte con sintomi come difficoltà ad addormentarsi, sonno di scarsa qualità, risveglio anticipato. Le cause possono essere sia fisiologiche (stress, ansia, gravidanza, menopausa) o esterne al soggetto (per esempio, i turni notturni a lavoro). L’insonnia può compromettere così tanto la qualità della vita da poter diventare una condizione invalidante.
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La cannabis può aiutare a gestire i sintomi dell’insonnia?
Gli effetti sedativi della cannabis sono noti da millenni, ma solo con la ricerca scientifica moderna sono arrivate alcune prove, da indagare con ulteriori ricerche, della capacità della cannabis di indurre uno stato di rilassamento.
Da decenni la ricerca scientifica studia se effettivamente la cannabis favorisca il sonno e combatta l’insonnia. Alcuni di questi studi mostrano risultati incoraggianti: un’analisi retrospettiva del 2017 ha mostrato che la cannabis riduce di almeno 30 minuti i tempi di addormentamento nei pazienti con insonnia e di circa 15 minuti l’addormentamento chi soffre di altri disturbi del sonno.
Inoltre, un recente sondaggio distribuito tra 1500 pazienti del New England ha evidenziato la riduzione dell’uso di farmaci per il sonno nei pazienti che facevano uso di cannabis.
Un altro studio del 2021 condotto utilizzando il Sativex, uno spray con dosi di THC e CBD, dà risposte interessanti per chi soffre di dolore cronico: pare infatti che la cannabis faciliti il sonno ai pazienti.
Sono proprio i due cannabinoidi principali della cannabis, THC e CBD, ad aver effetti sul sonno.
Il CBD pare infatti avere la capacità di modulare il recettore della serotonina 5-HT con effetti antidepressivi, ansiolitici e neuroprotettivi.
Una ricerca del 2004 mostra che alte dosi di CBD hanno un’azione sedativa, al contrario di basse dosi che agiscono al contrario. Uno studio del 2007 ha messo alla luce che CBD e THC aumentano i livelli di adenosina, un neurotrasmettitore in grado di legarsi ai recettori A1 e A2, molecole del cervello che attivano il sonno.
Un altro studio, condotto qualche anno fa, ha dimostrato però come l’uso prolungato della cannabis possa peggiorare la qualità del sonno, soprattutto dopo l’astinenza.
Gli studi sono davvero numerosi e spesso hanno dato risultati interessanti: un trial del 2013 ha valutato gli effetti del THC, somministrato per via orale, sul sonno di 13 fumatori cronici di cannabis: il THC e l’11-OH-THC (metabolita attivo) riducevano la latenza del sonno e contrastavano con efficacia la difficoltà ad addormentarsi. Un studio del 2014 sul cannabidiolo ha considerato come “plausibile” l’uso del CBD per modulare il sonno, ma sottolineando la necessità di ulteriori approfondimenti.
Occorre dunque approfondire le potenzialità della cannabis sull’insonnia e continuare con le ricerche con modelli animali e studi randomizzati; bisogna comunque aggiungere che report, sondaggi e revisioni sull’automedicazione rivelano che il 60% circa dei consumatori trova giovamento dall’uso della cannabis legale contro l’insonnia.
In conclusione
La cannabis sembra avere una certa efficacia come rimedio contro l’insonnia, ma ancora servono studi solidi, anche considerato che alcune ricerche suggeriscono che l’utilizzo cronico possa avere l’effetto contrario.
L’effetto sedativo e a contrasto dell’insonnia della cannabis sembra dovuta al contenuto di CBD e THC e all’interazione con il sistema endocannabinoide, soprattutto con i due endocannabinoidi principali. Anche se ancora vanno condotti studi per capire l’efficacia effettiva della cannabis, le testimonianze di persone che trovano giovamento dall’uso della cannabis sotto varie forme (svapo o edibile, ad esempio) per dormire meglio, sono numerose.
Di certo le proprietà della cannabis medica a contrasto di una malattia grave e invalidante come l’insonnia verranno indagate in studi e ricerche negli anni a venire. Non resta che attendere gli sviluppi.
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