Una panoramica sullo stretto rapporto tra cannabis e musica

rapporto tra cannabis e musica

Modificato il: 10/07/2023

Come la marijuana influisce sull’evoluzione della musica e sulla nostra capacità di percepirla

La marijuana ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della musica, influenzando la creazione di generi musicali e movimenti artistici per tutto il XX secolo, e continuando ancora oggi ad avere un impatto decisivo. Essa è stata spesso associata alla creatività e alla capacità di uscire dagli schemi, di stimolare un estro unico in chi produce musica e di permettere a chi la ascolta di sperimentare sensazioni non accessibili a chi non ne fa uso.

 

Ma quanto di tutto questo è vero? In che modo la cannabis si rapporta alla musica e come influisce sul processo creativo alla base del successo di tanti artisti e sulla capacità del pubblico di godere appieno delle loro creazioni?

Cercheremo di rispondere a queste domande nel seguente articolo.

Bob Marley | SensorySeeds

Il ruolo della marijuana nella creazione di generi musicali e movimenti artistici

La storia della marijuana nella musica risale agli anni ’20, quando è stata introdotta nella musica popolare, soprattutto nel jazz.

La cannabis permetteva ai musicisti di improvvisare in maniera più efficace, apparentemente anche grazie al suo effetto sulla percezione del tempo (e di conseguenza dei tempi musicali), stimolando la creatività e l’ispirazione. Da allora questa pianta si è legata a doppio filo a tanti altri generi che ne hanno fatto spesso un simbolo di ribellione e di libertà, favorendo l’associazione della marijuana anche con la cultura giovanile e con l’anticonformismo.

Questa pianta ha avuto un ruolo significativo nella creazione di sottoculture musicali e movimenti artistici. Ad esempio, l’epoca del rock psichedelico degli anni ’60 è stata caratterizzata dall’uso di sostanze psicoattive come la cannabis, che ha ispirato artisti come Jimi Hendrix, The Beatles e Pink Floyd a esplorare nuovi territori musicali. E, naturalmente, in questa dinamica il reggae occupa un posto di assoluto rilievo. Il genere, originario della Giamaica, e la sua icona più famosa, Bob Marley, sono strettamente associato all’uso della marijuana e alla filosofia Rastafariana, che considera la cannabis come un mezzo per elevare la coscienza e connettersi a un piano spirituale superiore.

La cannabis è considerata uno stimolante creativo dai musicisti, in quanto alcune varietà come la sativa agiscono sulla mente e stimolano la creatività. Questa sostanza permetterebbe all’ascoltatore di immergersi esclusivamente nella musica, innescando un ‘iper-priming’ che può portare a un’interpretazione più creativa dei testi da parte degli ascoltatori, nonché a un aumento della produzione creativa da parte dei musicisti stessi. Questo effetto è stato sfruttato da molti artisti, che hanno fatto della marijuana una fonte di ispirazione e di creatività.

L’erba è molto presente ancora oggi nella cultura pop e nell’industria musicale, e tanti artisti sono noti per farne uso (o averne fatto in passato). Tra questi si possono citare Snoop Dogg, Wiz Khalifa, Rihanna, Lady Gaga e l’intera famiglia Marley. Per non parlare di Willie Nelson, una delle icone più influenti che ha fumato marijuana e scritto musica per decenni, legando la droga alla sua vita sentimentale, alla sua arte e alla sua carriera.

Ma, a questo punto, sorge spontanea una domanda: tutto questo parlare di un presunto ‘potere creativo’ della cannabis, a dire di alcuni una fonte di ispirazione fortissima per chi si occupa di musica e anche per chi la ascolta, ha del fondamento, o si tratta solo di credenze senza alcuna base?

Esploriamo questo tema affrontando gli effetti della musica sul nostro cervello e il rapporto tra quest’ultima e l’assunzione di marijuana nei prossimi paragrafi.

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La musica: un’arte con effetti positivi sul sistema nervoso centrale e sulla concentrazione

La musica esercita un fascino senza tempo sull’umanità.

Oltre a rappresentare un piacere per le orecchie, essa ha dimostrato di avere effetti positivi sull’intero sistema nervoso centrale. Il cervello umano, infatti, è costretto a elaborare l’intonazione, il ritmo, l’armonia e il timbro per comprendere appieno la musica, e tutto questo richiede una grande quantità di lavoro mentale, il che si traduce in un aumento dell’attività cerebrale.

Questi effetti sono stati oggetto di numerosi studi scientifici. Ad esempio, una ricerca condotta dall’Università di Helsinki ha dimostrato che l’ascolto della musica attiva le stesse aree del cervello coinvolte nella comprensione del linguaggio, agendo positivamente sulla nostra capacità di comunicare con gli altri.

In aggiunta, sono stati rilevati effetti benefici anche sulla memoria. Uno studio condotto dall’Università di Edimburgo, infatti, ha dimostrato che l’ascolto della musica può migliorare la memoria a breve termine. I partecipanti hanno ascoltato una serie di parole e per poi ripeterle in ordine inverso: coloro che avevano ascoltato musica hanno avuto un miglioramento del 20% nella loro capacità di ricordare le parole rispetto agli altri.

Ulteriori studi hanno perfino dimostrato che la musica può migliorare l’umore, ridurre lo stress e aumentare la nostra capacità di concentrazione: si tratta di effetti che tutti noi sperimentiamo quotidianamente quando ci rilassiamo nell’ascolto dei nostri cantanti e generi preferiti. E la scienza li ha confermati, togliendo ogni dubbio rispetto alle potenzialità della musica nel miglioramento generale della qualità della vita.

Jimi Hendrix | SensorySeeds

Gli effetti della cannabis sulla percezione del tempo e della musica

Negli ultimi anni, la legalizzazione della cannabis in molti Paesi ha portato ad un aumento dell’interesse per i suoi effetti sul nostro organismo. Tra questi, uno dei più interessanti riguarda la sua capacità di inibire l’attività dell’ippocampo, una regione del cervello coinvolta nella memoria e nella navigazione spaziale.

Ma cosa ha a che fare tutto questo con la nostra percezione del tempo e della musica?

Vedi, quando si assume cannabis, questa pianta agisce sui recettori cannabinoidi presenti nel nostro cervello, inibendo l’attività dell’ippocampo e alterando la nostra percezione del tempo. In particolare, sembra che faccia concentrare di più sul momento presente, rendendo al contempo meno facile la memorizzazione di informazioni a lungo termine. Questo effetto può essere utile in alcune situazioni, ad esempio quando è necessario concentrarsi su un’attività creativa per la quale il ‘qui’ e ‘ora’ rivestono un ruolo centrale.

Ma passiamo ad analizzare brevemente gli effetti della marijuana sulla percezione della musica.

Anche in questo caso, le proprietà della pianta risultano piuttosto interessanti. Da un lato, la cannabis sembra aumentare la capacità di discernere le note musicali, migliorando la capacità di distinguere le varie frequenze sonore. Un effetto apparentemente confermato da numerosi artisti che assicurano di sperimentare un miglioramento della loro capacità di ascolto e di esecuzione in seguito all’assunzione di marijuana.

D’altra parte, la cannabis sembra influenzare anche la complessità della musica che l’organismo è in grado di tollerare. Alcuni studi, infatti, avrebbero evidenziato che, sotto l’effetto di questa sostanza, il cervello è portato a gradire maggiormente brani più articolati ed elaborati rispetto alla media.

Tuttavia, è importante sottolineare che le proprietà citate finora possono variare da persona a persona e dipendono anche dalla quantità e dal tipo di cannabis assunta. Inoltre, la pianta è nota anche per avere effetti negativi sulla memoria a breve termine e sulla capacità di concentrazione, rendendo talvolta difficile l’esecuzione di attività complesse come suonare uno strumento musicale.

Ragazza che ascolta musica alla radio | SensorySeeds

Gli effetti del CBD e THC sull’ascolto della musica: queste le differenze

Nel 2018, IJNP, ovvero l’International Journal of Neuropsychopharmacology, ha condotto uno studio approfondito per monitorare cosa succede nel cervello quando una persona viene esposta alla cannabis e alla musica.

Ora, per comprendere i risultati dello studio che esporremo a breve, è importante distinguere la principale differenza tra il THC e il CBD.

Il primo è responsabile della sensazione di ‘sballo’ ed è psicoattivo, mentre il CBD non lo è. Entrambi esercitano una varietà di effetti sul cervello e sul corpo, talvolta anche in modo contrastante tra loro.

Nello studio, sono stati esaminati tre gruppi di pazienti: uno sotto l’influenza di cannabis con THC, uno con entrambi CBD e THC e uno con un placebo.

Contrariamente ai risultati previsti, la somministrazione contemporanea di CBD e THC ha effettivamente attenuato gli effetti della musica nella regione cerebrale sensibile alla ricompensa ed alle emozioni. Fondamentalmente, ciò significa che l’attività del sistema di ricompensa e di quello deputato alle risposte emotive sembravano essere inferiori rispetto agli altri gruppi.

Questo risultato ha stupito gli stessi ricercatori che si aspettavano un impatto decisamente maggiore della cannabis sull’esperienza di ascolto della musica. D’altronde, si sa che la marijuana interagisce con il rilascio di dopamina, potenziando le sensazioni di piacere che proviamo nello svolgere azioni a noi gradite come, per l’appunto, l’ascolto della musica.

Ma allora, perché lo studio citato poc’anzi ha dato un risultato che sembra dimostrare il contrario?

C’è una possibile spiegazione.

Si sa che il THC interferisce con il sistema di ricompensa e probabilmente ha influenzato i neurotrasmettitori correlati. Tuttavia, la cannabis con entrambi THC e CBD non ha avuto alcuna differenza rispetto al placebo in termini di attività neurale monitorata.

Questo significa essenzialmente che la cannabis con THC e CBD probabilmente non altera il sistema di ricompensa e quello emotivo in maniera equivalente alla cannabis con il solo THC. Tradotto: il tetraidrocannabinolo è in grado di aumentare il piacere nell’ascolto della musica, mentre il cannabidiolo, alla luce dei fatti, sembra ridurre questo effetto, agendo come un antagonista del THC.

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In conclusione

La marijuana ha avuto, e ha ancora, un impatto profondo e duraturo sulla musica e sulla sua evoluzione, contribuendo alla nascita di generi musicali e movimenti artistici. La sua influenza sulla creatività, sull’ispirazione e sulla percezione della musica è innegabile e, a ben vedere, sembra confermata anche dalla ricerca scientifica, specialmente per quanto riguarda il THC che, come abbiamo visto, influisce positivamente sull’esperienza di ascolto.

Queste considerazioni, naturalmente, vanno considerate al netto dei noti effetti negativi che può esercitare il tetraidrocannabinolo, come la perdita di memoria a breve termine, l’offuscamento dei sensi e, non ultimo, il forte senso di dipendenza che può provocare in chi lo assume.

In ultima analisi, però, possiamo affermare che la marijuana rimane un’importante musa per molti artisti, e il suo ruolo nello sviluppo della musica e nella nostra capacità di percepirla è e sarà un tema affascinante e complesso da analizzare.

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💡Takeaways su cannabis e musica

  • La cannabis ha avuto un ruolo significativo nella creazione di sottoculture musicali e movimenti artistici, soprattutto grazie al suo effetto sulla creatività e l’ispirazione dei musicisti.
  • La marijuana è stata spesso utilizzata come simbolo di ribellione e di libertà, e ha contribuito a legare la cultura giovanile all’anticonformismo.
  • La cannabis ha influenzato molti generi musicali, in particolare il rock psichedelico degli anni ’60 e il reggae, che ne ha fatto un elemento fondamentale della sua filosofia Rastafariana.
  • Alcune varietà di cannabis, come la sativa, sono considerate uno stimolante creativo dai musicisti e potrebbero aumentare la creatività e l’ispirazione degli artisti.
  • L’assunzione di cannabis può influire sulla percezione della musica, migliorando la capacità di discernere le note musicali e portando a una maggiore gradimento di brani più articolati ed elaborati. Tuttavia, è importante sottolineare che gli effetti della pianta possono variare da persona a persona e dipendono dalla quantità e dal tipo di cannabis assunta.

FAQ su cannabis e musica

Qual è il ruolo della marijuana nella creazione di generi musicali e movimenti artistici?

La marijuana ha avuto un ruolo significativo nella creazione di sottoculture musicali e movimenti artistici, ispirando artisti a esplorare nuovi territori musicali e diventando un simbolo di ribellione e di libertà.

Quali sono gli effetti positivi della musica sul nostro sistema nervoso centrale?

L’ascolto della musica ha dimostrato di avere effetti positivi sull’intero sistema nervoso centrale, migliorando la nostra capacità di comunicare con gli altri, la memoria a breve termine, l’umore, la riduzione dello stress e l’aumento della nostra capacità di concentrazione.

Quali sono le differenze tra gli effetti del CBD e del THC sull’ascolto della musica?

Il THC, responsabile della sensazione di “sballo”, è in grado di aumentare il piacere nell’ascolto della musica, mentre il CBD sembra ridurre questo effetto, agendo come un antagonista del THC. In uno studio condotto dall’International Journal of Neuropsychopharmacology, la somministrazione contemporanea di CBD e THC ha effettivamente attenuato gli effetti della musica nella regione cerebrale sensibile alla ricompensa ed alle emozioni.