Come coltivare semi di cannabis in Italia (senza infrangere la legge)

Come coltivare semi di cannabis in Italia

Modificato il: 30/05/2023

La legislazione italiana permette di coltivare semi di cannabis? Ecco ciò che devi sapere

Coltivare semi di cannabis in Italia non è una cosa semplice da fare, poiché la legge italiana detta delle norme ben specifiche a riguardo. Vendere e comprare semi di marijuana è consentito, poiché le semenze in sé sono totalmente prive di tetraidrocannabinolo, proibito sul territorio nazionale in un tasso superiore allo 0,6%.

 

La normativa a cui fare riferimento per ciò che riguarda la coltura dei semi di marijuana è, per la precisione, la legge n° 242/2016. Nell’articolo 2 di questo scritto, viene chiarito che per incentivare la filiera agroindustriale della canapa, l’agricoltore può portare avanti la coltivazione delle 62 varietà di cannabis sativa L incluse nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole.

Questo elenco di varietà di cannabis ovviamente esclude quelle semenze che possano dar vita ad esemplari di canapa che producano infiorescenze con un tasso di THC superiore a quello consentito.

Fondamentalmente, se volete coltivare semi di cannabis in Italia, dovreste farlo a livello industriale, previa autorizzazione e con uno scopo preciso, ben definito nelle linee guida della vostra attività.

La marijuana light è infatti chiamata anche “canapa industriale” ed esiste per scopi differenti da quello ricreativo. In questo articolo dal blog di Sensoryseeds ci occupiamo di illustrare i passaggi salienti per la coltura dei semi di cannabis puramente a scopo informativo.

Coltivare semi di cannabis e non commettere nessun reato

Cosa serve per coltivare i semi di marijuana?

Come spiegato qualche riga fa, coltivare i semi di marijuana in Italia, anche in caso di erba light, è vivamente sconsigliato. Anche la coltivazione delle specie consentite a livello industriale, raccolte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, non è indicata per essere praticata a livello casalingo.

Tuttavia, laddove sia consentito metterli a dimora, per coltivare semi di cannabis sono necessari pochi elementi:

  • Vaso
  • Terriccio adeguato
  • Semi di cannabis
  • Acqua
  • Luce
  • Tanta pazienza

La coltivazione delle sementi si divide in 5 fasi principali e gli step sono i seguenti:

  • Acquisto dei semi di canapa
  • Germinazione
  • Messa a dimora
  • Stadio vegetativo
  • Fioritura

Vediamo ora quali sono i semi più adatti per una coltura di canapa di alto livello.

Leggi anche: Semi di cannabis light: 5 accorgimenti per riconoscere la loro qualità

Quali semi scegliere per una coltivazione di cannabis?

Se per la coltura della canapa vengono utilizzati semi regolari (non femminizzati), si dovrà provvedere a rimuovere tutte le piante maschio prima che maturino e impollinino le femmine, pena la compromissione della fase di fioritura e quindi del raccolto finale.

Inoltre, la cannabis coltivata da semi normali fiorirà solo in base alle ore di esposizione alla luce, così come accade per i semi femminizzati, i quali però garantiscono la nascita di una pianta di canapa femmina al 99% delle probabilità, eliminando la necessità di monitorare i maschi.

La coltivazione di questo tipo di semi richiede un po’ più di cura e attenzione rispetto ai semi autofiorenti, che danno vita ad una pianta che fiorisce in maniera automatica in base all’età e non al fotoperiodo.

Oltretutto questa categoria di semi, così come i semi veloci, garantisce un lasso di tempo molto breve tra la germinazione e la fioritura e dona alla pianta un percorso più semplice e rapido, con il vantaggio di evitare maltempo, malattie e parassiti.

Nei paesi in cui è consentita la coltivazione dei semi di canapa per uso personale, come mettere a dimora i semi?

mettere a dimora i semi di marijuana in italia

Per quanto riguarda la “germinazione” ci si riferisce alla fase precedente alla semina. Il metodo più semplice per attuarla è quello di piegare i semi all’interno di un tovagliolo di carta imbevuto d’acqua e aspettare qualche giorno, continuando a bagnare il tovagliolo per lasciarlo umido.

In questo tempo potreste accorgervi che dal vostro seme emerge una piccola radice.

Successivamente, qualunque sia la vostra scelta riguardo al terreno da utilizzare per piantare i semi, non lesinate sulla spesa, verrete ripagati perché la terra giusta vi aiuterà ad evitare problemi di PH sbilanciato e cattiva distribuzione dei nutrienti.

Probabilmente avrete bisogno anche di una sorta di contenitore che supporti il vaso, dal quale l’acqua in eccesso deve assolutamente defluire. Una volta che avete aggiunto i supporti al vostro vaso e avete i vostri semi, siete pronti a piantare. Basta inserire il dito nel terreno e posizionare il vostro seme all’interno.

Ed ecco lo stadio vegetativo, quello in cui le piante sviluppano una cornice, la struttura necessaria a sostenere gli eventuali fiori. Se scegliete semi regolari, lo stadio vegetativo vi mostrerà il sesso della pianta e per la crescita in questa fase, la pianta avrà bisogno di 18 ore di luce e 6 ore di buio.

Se invece usate semi femminizzati, potete essere quasi certi che le vostre piante siano femmine.

La fase di fioritura, infine, è quella in cui le vostre piante svilupperanno i boccioli. Anche in questo caso, se coltivate semi “normali”, cambierete il ciclo in 12 ore di luce e 12 ore di buio, mentre le varietà autofiorenti non richiederanno questo cambiamento in quanto fioriranno quando saranno abbastanza mature.

Leggi anche: Resina di marijuana: a cosa serve e dove si trova

Dato che in Italia non si possono coltivare i semi di marijuana, perché non collezionarli?

Ora che avete chiaro che coltivare i semi di cannabis non è un’attività praticabile a livello hobbystico in Italia, potreste dedicarvi a collezionarli e, in questo caso, rivolgervi a Sensory Seeds.

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