Modificato il: 15/04/2022
Le piante di cannabis necessitano di nutrirsi adeguatamente, vediamo che tipo di fertilizzazione le aiuta nel processo di crescita
Capire qual è la fertilizzazione più giusta per una pianta è difficile, dipende dal tipo di terreno, dalle fasi che attraversa la pianta, dalla temperatura di una coltivazione indoor o outdoor e da tanti altri fattori.
In Italia non è possibile portare i semi a germinazione, non è consentito dalla legislazione italiana e i semi di marijuana online, nello shop di Sensoryseeds, sono semi per collezionisti.
Comunque i principi di cui parleremo, possono valere praticamente per qualsiasi pianta.
Alcuni temono i fertilizzanti prodotti dalle industrie perché possono contenere elementi chimici che sarebbe meglio evitare.
Quindi, in tanti cercano di ridurre al minimo indispensabile l’utilizzo di sostanze chimiche e procedono innanzitutto dalla creazione di un ambiente accogliente per la coltura.
Semi di cannabis con una genetica di qualità, inoltre, sono un buon punto di partenza per ottenere una pianta sana e forte.


Non importa che siano semi femminizzati, semi autofiorenti o il tipo di cannabis fast flowering, l’importante è che la genetica sia di prima scelta, come nel caso di bsf seeds (noto brand con cui collaboriamo noi di Sensoryseeds).
Poi, quando arriva il momento in cui un coltivatore capisce di aver bisogno di nutrire il suolo e la pianta in un certo modo, dovrà essere preparato per compiere le scelte più efficaci. Vediamo quali.
La fertilizzazione basilare per le piante di cannabis
Una pianta di marijuana sana, in genere, a livello di fertilizzazione richiede tre elementi fondamentali. Grazie ad azoto, fosforo e potassio ogni piantina raggiungerà l’apice della sua crescita in forma smagliante.
Sono elementi già presenti nel terriccio, ma occuparsene in caso di bisogno significa sostenere e agevolare l’interazione tra suolo e pianta in fase di sviluppo.
Questi tre nutrienti servono per fare in modo che la pianta possegga radici solide e produca una bella resa di fiori “pimpanti”.
L’azoto è l’elemento importante connesso alla crescita delle foglie. Il fosforo, invece, supporta la crescita di gemme prosperose.
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Il potassio, infine, è il fattore che aiuta la pianta a svilupparsi nel suo complesso, la rende vitale e resistente.
Quindi, come dicevamo prima, anche se il terriccio in realtà è mescolato con questi tre nutrienti, bisogna essere attenti ai segnali che invia la pianta, soprattutto durante le prime tre settimane: osservare il colore, sentire l’odore e curarsi del fatto che sia vitale.
Poi, mentre la pianta cresce, avrà bisogno di altre sostanze nutritive. Finchè non avrà iniziato a dare vita alle foglie, però, la cosa più importante per la fertilizzazione è dare un equilibrio nelle dosi di fosforo, potassio e azoto del 20%.


Fertilizzazione industriale o artigianale?
La prima domanda che si pone chi vorrebbe utilizzare fertilizzanti ma preferisce evitare sostanze chimiche, riguarda la decisione di produrre i nutrienti “homemade” o di acquistare quelli professionali.
Certamente produrre i nutrienti con le proprie mani significa utilizzare materie di cui si conosce la qualità e la provenienza. E’ vero anche che sarebbe molto più facile comprare ciò che serve senza dover spendere troppe energie nell’apprendimento di mille cose nuove, considerando anche il fatto che le piante hanno continue necessità differenti.
Inoltre, affidarsi alle produzioni professionali permette di evitare potenziali sbagli ed imprevisti, come quelli delle varie reazioni chimiche, che si possono verificare nel momento in cui si mescolano accidentalmente le sostanze in modo errato.
Soprattutto nel caso di persone alle prime armi, il fatto che qualcun altro abbia già pensato a tutto (quali componenti utilizzare, in che dosi, per quali periodi..) elimina preoccupazioni di ogni sorta, riguardo a come nutrire la pianta.
Mai trascurare i dettagli
La verità è che esistono così tanti metodi naturali, ma anche così tanti prodotti industriali ben fatti, che c’è l’imbarazzo della scelta. A creare tutte queste tecniche di fertilizzazione, ed anche i prodotti, sono stati molti coltivatori esperti da ogni parte del mondo.
Il consiglio che sentiamo di darvi, noi di SensorySeeds, è quello di non complicare troppo le cose, semplicemente considerando le vostre conoscenze e condizioni generali.
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In ogni caso, che ci si occupi di fabbricare i fertilizzanti, o si scelgano quelli prodotti a livello industriale, bisognerà sempre prendersi cura del terreno.
La prima cosa a cui pensare, ancor prima di pensare ai fertilizzanti è: innaffiare correttamente la pianta.
Fertilizzazione a parte, senza una tecnica di irrigazione efficace, nessuna pianta può prosperare.
Il fatto che le piante abbiano bisogno di acqua risulta alquanto banale, eppure spesso vengono fatti inutili errori riguardo a questo elemento così essenziale.
L’acqua serve per tanti scopi e uno di questi è quello di trasportare i composti nutrienti dalle radici alle foglie. Data la sua importanza, i coltivatori alle prime armi potrebbero commettere l’errore di innaffiare troppo poco o troppo spesso le piante.
Per evitare problemi di questo genere, meglio occuparsi di una cosa per volta e innanzitutto delle cose prioritarie, come l’irrigazione.