Modificato il: 30/05/2023
Le tipologie e gli effetti degli integratori alimentari a base di cannabidiolo (e perché in Italia non possono essere commercializzati)
La legislazione italiana sul CBD è spesso confusa e poco trasparente, creando disorientamento tra coloro che sono interessati ai prodotti che contengono questa sostanza. In particolare, ci sono molti dubbi sulla liceità dell’acquisto e del consumo degli integratori alimentari a base di cannabidiolo, dei quali parlano diffusamente tanti siti web esteri.
Peraltro, la ricerca scientifica sugli effetti del CBD è ancora in pieno divenire e i reali benefici di questi prodotti sono ancora poco noti.
Questo articolo fornirà una panoramica completa sulla legislazione italiana riguardo agli integratori alimentari al CBD, illustrerà le diverse tipologie esistenti sul mercato ed esplorerà le informazioni finora emerse dagli studi in materia.
Integratori alimentari a base di CBD: tra leggi italiane e realtà internazionali
Come abbiamo sottolineato in numerosi altri articoli, in Italia la legislazione che riguarda il CBD presenta ancora dei punti poco chiari che rendono difficile stabilire con certezza quale sia la posizione ufficiale del nostro Paese.
Da un lato, la legge 242/2016 ha sancito la depenalizzazione della coltivazione elle varietà di cannabis a basso contenuto di THC e ha aperto la strada verso la commercializzazione di prodotti a base di cannabidiolo, cosiddetti ‘light’. Inoltre, l’assenza di effetti psicoattivi del CBD ha fatto sì che non venisse inserito nel Testo Unico Stupefacenti tra le sostanze droganti e, dunque, illecite.
Dall’altro, però, il solo fatto che il cannabidiolo venga estratto dalla cannabis costituisce ancora un elemento che porta il legislatore a guardarlo con sospetto. E, per questo motivo, attualmente l’acquisto di prodotti a base di CBD è permesso solo a scopo collezionistico (così come avviene anche per i semi di cannabis). Di conseguenza, non può essere utilizzato per nessuno scopo che ne preveda il consumo e, dunque, è vietato il suo uso come ingrediente degli integratori alimentari.
Ad ogni modo, questo vale per l’Italia, ma ci sono tanti altri Paesi (come gli Stati Uniti e il Canada) che hanno varato normative decisamente meno restrittive nei confronti del CBD e ne permettono l’utilizzo anche come ingrediente per integratori alimentari.
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Queste le più comuni tipologie di integratori alimentari al CBD
Nei Paesi nei quali è consentita la compravendita di integratori alimentari a base di CBD, questi prodotti sono disponibili in vari formati.
Uno dei più comuni e popolari in assoluto è l’olio di cannabidiolo. Si tratta di un preparato ottenuto diluendo il CBD in olio vegetale (come quello d’oliva o di cocco) e può essere consumato per via orale. Poiché tende ad avere un sapore forte e non adatto a tutti i palati, spesso non viene assunto da solo, ma viene usato come condimento e ingerito assieme ad altri cibi.
C’è anche chi lo utilizza applicandolo direttamente sulla pelle e massaggiando la zona interessata.
È opportuno notare che l’olio di CBD viene commercializzato anche in Italia. Tuttavia, il suo consumo è vietato. Pertanto, a rigor di logica non può essere considerato un integratore alimentare nel momento in cui viene venduto nel nostro Paese.
Un’altra comune tipologia di questi prodotti sono le capsule al cannabidiolo che, di norma, contengono CBD sotto forma di olio. Possono essere ingerite con un bicchiere d’acqua e costituiscono il formato preferito tra chi cerca un prodotto pratico e facile da consumare.
Negli ultimi anni, inoltre, stanno riscuotendo un successo sempre maggiore le caramelle gommose al CBD che all’aspetto sono esattamente identiche a quelle che possiamo osservare nei nostri supermercati. Sono disponibili in tanti gusti diversi e questo formato fa sì che siano facilmente ingeribili anche da chi non gradisce affatto l’aroma del cannabidiolo.
Queste le possibili proprietà benefiche del cannabidiolo
In ambito scientifico il cannabidiolo sta attirando sempre più l’attenzione per le sue potenziali proprietà terapeutiche sulle quali sono stati condotti numerosi studi (e con ogni probabilità ne seguiranno ancora tanti altri).
Attualmente permangono ancora molte incertezze riguardo gli effetti del CBD sull’uomo, anche a causa del fatto che la maggior parte delle ricerche eseguite hanno riguardato gruppi di persone piuttosto ridotti. Ad ogni modo, i risultati ottenuti fino ad oggi sono piuttosto promettenti.
In particolare, numerosi studi hanno esplorato l’azione del CBD sul sistema endocannabinoide umano rilevando che, probabilmente, il cannabidiolo possiede proprietà che agevolano la regolazione dell’umore e riducono i sintomi dell’ansia sociale e di quella generalizzata. Di conseguenza, questa molecola potrebbe rappresentare un potenziale supporto per chi soffre di stress, ansia o depressione.
Tuttavia, è importante sottolineare che non siamo ancora in grado di comprendere pienamente tutti gli effetti che il cannabidiolo può esercitare sull’uomo: rimane ancora tanto da scoprire e solo gli ulteriori studi che verranno fatti in futuro potranno darci una risposta definitiva in merito.
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In conclusione
Gli integratori a base di CBD sono prodotti molto in voga che stanno attirando l’attenzione di tantissimi consumatori nei Paesi nei quali la loro compravendita è lecita. Tuttavia, come abbiamo visto in questo articolo, la legislazione italiana ne proibisce la produzione e l’acquisto.
In sostanza, nel nostro Paese l’unica destinazione d’uso dei prodotti ricavati dalla cannabis rimane quella collezionistica.
Spero che questo articolo ti sia stato utile per risolvere i tuoi dubbi. E se sei un appassionato del mondo della cannabis, ti invito a dare uno sguardo al nostro shop Sensoryseeds nel quale potrai trovare tanti semi di di marijuana per la tua collezione personale!