Tutto quello che devi sapere sulla tintura di cannabis

la tintura di cannabis

Modificato il: 10/07/2023

La legalizzazione della marijuana sta riportando in vita le tinture di cannabis

Da tempo il mercato italiano ha conosciuto la comparsa di tanti articoli legati alla marijuana, una pianta demonizzata per decenni, ma che attualmente è protagonista di una riscoperta che sta spingendo sempre più Paesi ad attivare dei percorsi di graduale legalizzazione, abbandonando le tradizionali politiche proibizioniste.

 

Qualcosa del genere sta accadendo anche in Italia, dove il commercio a scopo collezionistico di articoli come i semi di cannabis e la canapa legale è ormai consentito da diversi anni. Tuttavia, nel nostro Paese persiste ancora una certa avversità nei confronti di altri prodotti a base di marijuana, anche verso quelli che, altrove, stanno conoscendo un deciso aumento della loro popolarità, come le tinture di cannabis.

Nel seguente articolo approfondiremo la natura e l’uso di queste ultime, esaminando brevemente la loro storia, i diversi tipi di tinture disponibili , la durata degli effetti e la loro preparazione.

Boccetta con tintura di cannabis | SensorySeeds

Cosa sono le tinture di cannabis?

Una tintura è tradizionalmente una soluzione fitoterapica, omeopatica o cosmetica contenente un farmaco attivo, o parti di una pianta non essiccata, e un solvente, utilizzabile come base per soluzioni più complesse oppure come prodotto finito.

Probabilmente hai già avuto modo di utilizzare queste soluzioni: pensa al mercurocromo o ai disinfettanti a base di iodio, quelli di colore marrone spesso presenti nei kit per il pronto soccorso. Ecco, quelli sono, per l’appunto, tinture.

Quelle di cannabis sono conservate in bottigliette di vetro munite di contagocce e vengono ottenute a partire da del semplice materiale vegetale proveniente dalla marijuana immerso in un alcol forte e filtrato. In questo modo possono essere estratti i terpeni e i cannabinoidi come il THC o il CBD dalla pianta. Il liquido così ottenuto, nei Paesi nei quali il consumo di tali prodotti è consentito (dunque, non in Italia) può essere ingerito per via orale o sublinguale a scopo ricreativo o per trattare quei disturbi che possono essere combattuti grazie alle proprietà della marijuana stessa.

Poiché le tinture sono edibili, la cannabis utilizzata deve essere decarbossilata per garantire che tutti gli ingredienti siano attivi. In caso contrario, gli effetti della medicina risulterebbero ridotti e, con loro, anche la sua efficacia farmacologica.

Negli ultimi anni, la diffusione dei prodotti terapeutici a base di cannabis ha contribuito ad aumentare la popolarità delle tinture, anche grazie al loro metodo di somministrazione che, non essendo basato sul fumo (classico metodo per il consumo della marijuana), evita i danni all’apparato polmonare causati dall’inalazione di sostanze tossiche prodotte dalla combustione.

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La scomparsa delle tinture di cannabis: il ruolo del Marijuana Tax Act del 1937

La storia delle tinture, in generale, risale all’Antico Egitto, quando l’alcol fu prodotto per la prima volta tramite distillazione. Gli egiziani scoprirono che potevano conservare le proprietà medicinali delle piante lasciandole riposare, per l’appunto, nell’alcol per alcune settimane.

Nel corso dei secoli, farmacisti e medici hanno prescritto tinture per trattare una vasta gamma di disturbi fisici e, nel XX secolo, quelle a base di cannabis erano disponibili in commercio in numerosi Paesi in tutto il mondo; pensa che erano incluse nella Farmacopea degli Stati Uniti fino al 1942, dopodiché il famoso Marijuana Tax Act del 1937, una legge proibizionista che rese la produzione di questa pianta molto più costosa per gli agricoltori, le fece scomparire dalle farmacie americane.

La norma sopracitata venne ben presto imitata da tante altre nazioni, fino a che le tinture di cannabis sparirono dalle attività di rivendita di medicinali in tutto il mondo.

Negli anni ’60 e ’70, questo prodotto è stato riscoperto dalla controcultura hippie e da tutte quelle persone che cercavano alternative naturali ai farmaci sintetici Recentemente, la spinta verso la legalizzazione della marijuana, iniziata tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, ha permesso la graduale ricomparsa delle tinture di cannabis, attualmente disponibili in tutti quei Paesi che ne permettono l’uso terapeutico e/o ricreativo.

Foglie di cannabis e tintura di cannabis | SensorySeeds

Le differenze tra le tinture di CBD e THC

Come ormai avviene per gran parte dei prodotti a base di cannabis, anche le tinture possono contenere solo CBD, oppure una varietà dei cannabinoidi presenti nella pianta, compresi quelli con effetti psicoattivi come il THC.

Quelle a base di cannabidiolo non hanno alcuna proprietà drogante e si limitano ad avere effetti rilassanti e calmanti. Queste tinture vengono spesso utilizzate per sfruttare le potenzialità del CBD nel combattere l’ansia, il dolore e l’infiammazione.

Quelle contenenti tetraidrocannabinolo, invece, possiedono proprietà psicotrope che variano in base alla percentuale di principio attivo: maggiore è la concentrazione di THC e più forti sono gli effetti droganti della soluzione.

In quest’ultimo caso è bene sottolineare che le tinture a base di tetraidrocannabinolo possono causare i classici effetti indesiderati legati al consumo di questa sostanza, tra i quali ansia, paranoia, tachicardia, eccessiva sudorazione, nausea e vomito. Inoltre, l’assunzione di quantità eccessive di THC, seguita dalla rapida cessazione dell’uso, può portare a sintomi di astinenza, come irritabilità, insonnia e perdita di appetito.

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Tinture di cannabis: preparazione e utilizzo nei Paesi in cui è legale

Breve disclaimer: il seguente paragrafo ha uno scopo puramente illustrativo, relativamente alle modalità di preparazione delle tinture di cannabis così come vengono praticate nei Paesi nei quali la loro commercializzazione e il loro consumo è legale. A questo proposito, ribadiamo che in Italia tali pratiche sono severamente proibite, salva la compravendita di determinati articoli come i semi di marijuana e i prodotti a base di cannabis legale che è libera quando destinata all’uso collezionistico.

Tornando a noi, come abbiamo spiegato le tinture di cannabis si preparano utilizzando una soluzione alcolica come solvente per estrarre i cannabinoidi dalla pianta. Il processo è abbastanza semplice e può essere eseguito anche con pochi attrezzi e ingredienti, tra i quali:

  • la cannabis, che può essere utilizzata sotto forma di infiorescenze, ma anche di foglie. Ovviamente, in base al tipo di pianta e alla concentrazione di cannabinoidi presenti nella parte scelta, varierà di conseguenza anche il loro contenuto all’interno della soluzione;
  • alcol alimentare con gradazione superiore al 40%. Va sempre evitato sia l’alcol denaturato che quello metilico in quanto sono tossici e possono causare gravi danni all’organismo se ingeriti;
  • un barattolo di vetro abbastanza capiente per contenere comodamente sia il materiale vegetale che l’alcol. Allo scopo, spesso vengono utilizzati quelli destinati alla conservazione del miele o della marmellata;
  • un colino per filtrare la tintura;
  • una bottiglietta di vetro scuro con contagocce per conservare il prodotto finito.

Per preparare la tintura, solitamente si procede con il tritare finemente la cannabis, riducendola in piccoli pezzi, ma senza polverizzarla. A quel punto, il materiale vegetale può essere messo in un barattolo di vetro e ricoperto di alcol. La quantità di quest’ultimo può variare ma, di norma, se ne usano dai 5 ai 10 ml per ogni grammo di marijuana.

Infine, il barattolo viene ‘shakerato’ per qualche secondo e conservato in un luogo fresco e buio per almeno due settimane, agitandolo ogni giorno in modo da agevolare l’estrazione dei cannabinoidi.

Dopo questo periodo di tempo, la soluzione viene filtrata con un colino (o, talvolta, con un semplice filtro di carta) versandola direttamente nella bottiglietta scura munita di contagocce di cui abbiamo parlato in precedenza. In questo modo la tintura verrà protetta dalla luce.

Il prodotto può essere conservato in un luogo fresco e buio, lontano da fonti di calore, per alcuni mesi, ma con il tempo le sostanze contenute al suo interno tendono a perdere di efficacia.

Come accennato in precedenza, le tinture di cannabis vengono consumate in due modi: per via orale o sublinguale.

  • Via orale. Consiste nel deglutire alcune gocce di tintura, che passeranno dallo stomaco all’intestino e poi al fegato, dove verranno metabolizzate. Questo metodo ha un effetto ritardato, ma duraturo, simile a quello degli edibili. La dose consigliata varia da persona a persona, ma in generale si parte da 1 a 3 gocce e si aumenta gradualmente fino a trovare la dose ottimale. Solitamente si consuma a stomaco vuoto o dopo un pasto leggero, per facilitarne l’assorbimento;
  • via sublinguale. Consiste nel tenere alcune gocce di tintura sotto la lingua per qualche minuto, senza deglutire. In questo modo i cannabinoidi entreranno direttamente nel flusso sanguigno attraverso le mucose orali, senza passare dal fegato.

Foglia di cannabis retta da una mano di uomo | SensorySeeds

In conclusione

Le tinture di cannabis rappresentano un’alternativa interessante e versatile all’uso tradizionale della marijuana, offrendo un metodo di somministrazione più sicuro e controllato rispetto al fumo. Grazie alla crescente ricerca e alla legalizzazione della cannabis, in alcuni Paesi questi prodotti, già conosciuti fin dall’antichità, stanno riguadagnando popolarità sia per uso ricreativo che terapeutico. Tuttavia, è importante sottolineare ancora una volta che in Italia l’uso di queste sostanze è severamente proibito.

Speriamo di aver soddisfatto la tua curiosità con questo articolo e, se la tua passione per il mondo della cannabis passa anche per il collezionismo, ti invitiamo a dare un’occhiata all’offerta del nostro sito SensorySeeeds nel quale potrai trovare semi di marijuana da collezione per tutti i gusti!

💡Takeaways sulle tinture di cannabis

  • Le tinture di cannabis sono soluzioni alcoliche che estraggono terpeni e cannabinoidi (come THC e CBD) dalla pianta di marijuana e vengono utilizzate per scopi terapeutici e ricreativi, laddove consentito.
  • La decarbossilazione della cannabis è necessaria per garantire che tutti gli ingredienti siano attivi ed efficaci.
  • La storia delle tinture di cannabis risale all’Antico Egitto; la loro popolarità è aumentata grazie alla crescente diffusione dei prodotti terapeutici a base di cannabis e al metodo di somministrazione non basato sul fumo.
  • Le tinture di cannabis possono contenere solo CBD, che ha effetti rilassanti e calmanti, oppure una varietà di cannabinoidi, compresi quelli con effetti psicoattivi come il THC.
  • Le tinture di cannabis possono essere assunte per via orale o sublinguale; la somministrazione orale ha un effetto ritardato ma duraturo, mentre quella sublinguale ha un effetto più immediato.

FAQ sulle tinture di cannabis

Cosa sono le tinture di cannabis?

Una tintura è tradizionalmente una soluzione fitoterapica, omeopatica o cosmetica contenente un farmaco attivo, o parti di una pianta non essiccata, e un solvente, utilizzabile come base per soluzioni più complesse oppure come prodotto finito. Le tinture di cannabis sono conservate in bottigliette di vetro munite di contagocce e vengono ottenute a partire da del semplice materiale vegetale proveniente dalla marijuana immerso in un alcol forte e filtrato. In questo modo possono essere estratti i terpeni e i cannabinoidi come il THC o il CBD dalla pianta.

Qual è la storia delle tinture di cannabis e come hanno subito l’impatto del Marijuana Tax Act del 1937?

Le tinture a base di cannabis erano incluse nella Farmacopea degli Stati Uniti fino al 1942, dopodiché il famoso Marijuana Tax Act del 1937, una legge proibizionista che rese la produzione di questa pianta molto più costosa per gli agricoltori, le fece scomparire dalle farmacie americane. La norma sopracitata venne ben presto imitata da tante altre nazioni, fino a che le tinture di cannabis sparirono dalle attività di rivendita di medicinali in tutto il mondo.

Quali sono le differenze tra le tinture di CBD e THC?

Le tinture di cannabis possono contenere solo CBD, oppure una varietà dei cannabinoidi contenuti nella pianta, compresi quelli con effetti psicoattivi come il THC. Quelle a base di cannabidiolo non hanno alcuna proprietà drogante e si limitano ad avere effetti rilassanti e calmanti. Queste tinture vengono spesso utilizzate per sfruttare le potenzialità del CBD nel combattere l’ansia, il dolore e l’infiammazione. Quelle contenenti tetraidrocannabinolo, invece, possiedono proprietà psicotrope che variano in base alla percentuale di principio attivo: maggiore è la concentrazione di THC e più forti sono gli effetti droganti della soluzione.