Concia della marijuana: che cos’è e perché è importante.

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Modificato il: 30/05/2023

Che cos’è la concia dei fiori di cannabis e perché è un processo fondamentale per i coltivatori.

Nei Paesi in cui si possono coltivare semi di cannabis in casa a uso personale (non in Italia), a scopo terapeutico e/o ricreativo, gli agricoltori devono necessariamente conoscere un processo chiamato concia della marijuana, che segue immediatamente la fase di essiccazione dei bud.

 

Dopo la raccolta, infatti, i fiori non si possono consumare freschi e, al fine di preservare gli aromi e le qualità degli stessi, è fondamentale sapere come essiccarli e conciarli.

Vediamo di seguito, a solo scopo informativo, come avvengono il processo di essiccazione e concia dei fiori di cannabis (ti sconsigliamo fortemente di replicare ciò che trovi in questo articolo, poiché coltivare cannabis in Italia è un reato amministrativo o penale in base ai casi).

Perché l’essiccazione e la concia della cannabis sono indispensabili?

Come ti abbiamo anticipato, i coltivatori raccolgono i boccioli di cannabis una volta maturi ma non possono utilizzarli nell’immediato. Devono prima sottoporli a essiccazione e concia, per diversi motivi ben precisi:

  • I bud freschi sono molto vulnerabili, poiché l’acqua e la resina che contengono possono generare facilmente muffa e rendere vani tutti gli sforzi dell’agricoltore.
  • Questi processi, se svolti alla perfezione, tendono a migliorare sia il profumo che il gusto dei fiori di marijuana, grazie alla progressiva decomposizione della clorofilla (particolarità che rende meno acidulo il sapore delle infiorescenze).
  • La perfetta essiccazione e la concia della marijuana possono aumentare la potenza dei principi attivi dei fiori, ovvero i cannabinoidi, e ridurre i rischi di effetti collaterali come ansia e depressione.

Ultimo ma non meno importante, evitare che i bud ammuffiscano significa prolungarne la vita ed evitare di buttare mesi e mesi di attento lavoro! Ad esempio, dai semi femminizzati nascono piante regolari, che si sviluppano nel corso di un’intera stagione (quelle tardive possono impiegare anche 6 mesi dalla germinazione alla maturazione), i semi autofiorenti danno vita a delle piante che si sviluppano in circa 3-4 mesi e dai semi fast flowering nascono piante che si sviluppano in circa 1 mese e mezzo o 2.

Vediamo ora come i coltivatori esperti sottopongono le infiorescenze ad essiccazione.

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Essiccazione dei fiori di cannabis, che precede la fase di concia.

Dopo aver potato le cime di canapa, i coltivatori devono immediatamente avviare la fase di essiccazione poiché è proprio in questo momento che i bud sono più umidi (e a rischio di muffe e batteri).

La fase di essiccazione dipende principalmente dalla potatura. Nello specifico, possiamo distinguere due tecniche particolari:

  • Potatura a umido: in questo caso il coltivatore taglia i singoli rami delle piante mature e pone i fiori a essiccare in orizzontale su una superficie ben spaziosa, di solito su una grande griglia, in modo da garantire una buona ventilazione (ed evitare che i fiori ammuffiscano o vadano a male).
  • Potatura a secco: si tratta della tecnica meno utilizzata poiché meno precisa della potatura a umido (nello specifico, si rischia di perdere una buona parte della resina o di lasciare delle fastidiose foglioline alla base dei fiori). In questo caso, dopo aver tagliato i rami, il coltivatore non li separa dai fiori ma li mette a essiccare appesi a un filo. Una volta asciutti, può procedere con la potatura e la concia.
essiccazione della cannabis

Entrambe le tecniche prevedono l’essiccazione dei bud in una stanza buia e fresca alla temperatura di circa 15-22°C. Anche il tasso di umidità è molto importante affinché i fiori preservino le proprie caratteristiche; precisamente, l’umidità relativa dovrebbe mantenersi al 50% per i primi 3 giorni di essiccazione e al 60% circa nei giorni successivi.

Una volta secchi, i fiori di cannabis possono essere conciati per le feste!

L’essenziale fase di concia della marijuana.

Come ti abbiamo anticipato, i coltivatori di marijuana prima fanno essiccare i fiori e poi li sottopongono a concia. Quest’ultimo è un processo volto alla perfetta conservazione dei prodotti vegetali e all’aumento delle loro caratteristiche uniche.

La concia della marijuana è indispensabile per chi vuole ottenere dei bud di qualità; infatti offre due vantaggi molto importanti:

  • Permette di preservare i sapori, i profumi, i nutrienti e i cannabinoidi dei fiori di marijuana.
  • Consente agli zuccheri, agli amidi e alla clorofilla di degradarsi. È molto importante che queste sostanze vengano eliminate poiché sono responsabili del bruciore alla gola durante il consumo di cannabis non adeguatamente conciata.

Le tecniche di lavorazione più utilizzate dai coltivatori di marijuana sono fondamentalmente la concia in vetro e la concia in acqua.

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Concia dell’erba in vasetti di vetro

Il metodo di concia dei bud in barattoli di vetro prevede il trattamento mediante l’utilizzo di vasetti di vetro sterilizzati e, una volta riempiti con la cannabis, conservati in un luogo fresco e asciutto, al riparo dai raggi solari diretti.

Le infiorescenze non devono essere pressate. Inoltre il produttore, durante la prima settimana di concia, deve aprire i vasetti più volte al giorno per cambiare posizione ai fiori (evitando, così, che si attacchino gli uni agli altri e che perdano la propria forma).

Successivamente, e per almeno 20-30 giorni, il coltivatore può aprire i vasetti una sola volta al giorno per 30 minuti.

concia dell'erba in vetro

In questo modo permette all’acqua in eccesso di evaporare e ai fiori di ottenere abbastanza ossigeno necessario per la degradazione della clorofilla.

Concia dell’erba in acqua

Anche in questo caso, gli agricoltori si servono di vasetti di vetro sterilizzati, che riempiono poi d’acqua (anch’essa sterile, al fine di evitare la proliferazione di batteri) e, naturalmente, di fiori di cannabis.

I bud devono stare immersi nell’acqua per almeno una settimana, al fine di eliminare le sostanze idrosolubili quali gli zuccheri, i sali e la clorofilla. Il THC, il CBD e gli altri cannabinoidi sono invece liposolubili, dunque non si disperdono nell’acqua durante il trattamento.

In conclusione

Ora conosci i processi di essiccazione e di concia dei fiori di cannabis… Ma ricorda che, in Italia, non è permesso coltivare questa pianta, a meno che non si tratti di canapa light con THC inferiore dello 0,2%.

I semi di cannabis autofiorenti, femminizzati e fast flowering sono dunque da intendersi esclusivamente come semi da collezione.

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