La polvere di THC

Che cos'è la polvere di THC?

Modificato il: 30/05/2023

Anche detta polline o kief: cos’è e come si usa

Il termine potrebbe non richiamare nulla alla mente, ma se avete mai avuto modo di vedere un’infiorescenza di cannabis dal vivo, sicuramente sapete di cosa stiamo parlando.

Molto più concentrata e potente dei comuni fiori essiccati, si presta a svariati utilizzi.

 

Vediamo insieme innanzitutto cos’è, dove possiamo trovarla e come utilizzarla.

Che cos’è il kief

Se vi è mai capitato di maneggiare delle infiorescenze di cannabis, sicuramente avrete ben presente quella sorta di polverina che vi è rimasta appiccicata ai polpastrelli. Ecco, quella polverina è il kief.

Più precisamente, possiamo definirlo come l’insieme di tricomi, che vengono rilasciati dalle cime quando queste vengono tritate o anche solo toccate con le mani.

La funzione dei tricomi dal punto di vista botanico è quella di proteggere la pianta dall’azione degradante di insetti e calore, permettendole quindi di sopravvivere.

Il kief, in sostanza la polvere di tricomi della cannabis, si presenta come piccolissime particelle di resina che contengono alte concentrazioni di quelli che sono i principali principi attivi della cannabis.

A causa appunto dell’alta concentrazione di CBD e THC, gli effetti dell’assunzione di questo derivato della marijuana sono molto più potenti rispetto a quelli generati dalle infiorescenze tritate, che contengono anche materiale vegetale, se vogliamo, inutili ai fini del risultato ricercato.

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Dove si può trovare?

Raccogliere il kief è un’operazione semplicissima, che non richiede particolare maestria o esperienza.

La prima cosa da fare è assicurarsi che le infiorescenze dalle quali stiamo pensando di estrarlo siano secche a dovere. L’umidità infatti ostacolerebbe la fase di triturazione e il conseguente rilascio dei terpeni, come abbiamo detto sopra, di vitale importanza.

Infiorescenze secche di cannabis

La maniera più semplice e anche diffusa di raccogliere il kief, è quella di servirsi di un semplice grinder, o macinino, a tre compartimenti.

Vediamo nel pratico come si svolge questa fase. Innanzitutto si incastra la porzione di fiore che intendiamo tritare tra gli appositi dentini metallici del primo livello del grinder.

Dopo averli tritati, questi passeranno attraverso i buchi, finendo nel secondo livello. A questo punto verranno trattenuti da una retina abbastanza fitta da non permettere il passaggio della materia vegetale.

I minuscoli tricomi, tuttavia, riusciranno a passare attraverso questa retina accumulandosi nell’ultimo livello.

Esistono alcuni trucchetti per agevolare questo processo e massimizzare la produzione di kief, uno dei quali consiste nel piazzare una monetina nell’ultimo scompartimento del grinder.

In breve tempo, si creerà una riserva di polline sufficiente ad essere utilizzata nei modi più diversi, in base alla propria curiosità.

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E ora, come utilizzarlo?

Una volta raccolto il nostro kief, ci rimane l’imbarazzo della scelta su cosa farne.

Grinder per raccogliere il kief

Esatto, questo derivato può essere utilizzato in svariati modi, così come le classiche infiorescenze secche. Dovremo solo tenere a mente che, a differenza di queste ultime, si tratta di un concentrato e di conseguenza bisogna regolarsi diversamente con le quantità.

Vediamo insieme gli utilizzi più comuni che se ne possono fare:

  • pressarlo per ottenere Hashish.
    Basterà raccoglierlo e pressarlo, facendo in modo di riscaldarlo leggermente durante il processo. Si può ottenere questo risultato utilizzando una normalissima tazza da tè, che avremo riscaldato con dell’acqua bollente, oppure possiamo posizionare il kief tra due fogli di carta forno e applicare la pressione necessaria con una piastra per capelli, ovviamente accesa. In questo caso, il calore maggiore applicato ci permetterà di ottenere il Rosin, una particolare varietà di fumo.
    Il calore e la pressione hanno la capacità di rompere i tricomi che formano il kief, sollecitando il rilascio della resina. Questo processo cambia l’aspetto del kief, conferendo un colore più scuro e avrà conseguenze anche sul sapore e l’effetto prodotto;
  • aggiungerlo ai fiori secchi tritati.
    Il kief può essere fumato, così come le normali infiorescenze. Le modalità sono diverse: lo si può aggiungere all’impasto con in quale girare lo spinello, lo si può aggiungere alla cialda da fumare con il bong e anche cospargere sui fiori per fumare con la pipa.
    Di recente poi, è nata una nuova pratica, detta twaxing, che consiste nell’inumidire leggermente la canna pronta con dell’olio per poi infarinarla con quantità variabili di kief.
    Naturalmente, la polvere di THC si presta anche ad essere inalata attraverso il vaporizzatore. In questo caso sarà sufficiente aggiungerne una piccola quantità alla camera di riscaldamento;
  • utilizzarlo in cucina.
    Il kief infatti, può rivelarsi molto adatto anche come ingrediente per le nostre ricette speciali. L’utilizzo più comune è sicuramente quello della preparazione del burro, utilissimo in svariate preparazioni edibili a base di cannabis;
  • creare il moonrock.
    Uno dei prodotti più potenti e particolari che possiate trovare tra i derivati della marijuana, se così si può definire, è il moonrock.
    Consiste in un creativo processo che prevede di immergere infiorescenze di alta qualità in olio di hashish che deve essere leggermente caldo e in seguito di infarinare il fiore umido nel kief. Il risultato sarà un’infiorescenza potenziata, più dura al tatto e veramente particolare da vedere.

In conclusione.

In sostanza, la polvere di THC non si discosta molto dagli usi di cui siamo abituati a sentir parlare, quando si tratta di marijuana.

La sua particolarità consiste senza dubbio nella concentrazione di THC, di gran lunga superiore a quella delle comuni infiorescenze.

Non c’è da stupirsi, visto che è costituita nella sua totalità dai terpeni ed è dunque priva della materia vegetale, che di norma viene coinvolta nell’atto di fumare, pur non avendo particolare utilità in funzione dell’effetto ricercato.

Insomma, un prodotto puro, facilmente ottenibile in casa e dagli effetti potenziati.

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