Tassazione della cannabis legale: ecco cosa potrebbe succedere a breve

tassazione cannabis | Sensory Seeds

Modificato il: 08/01/2024

In arrivo la canapa tax: ecco cosa cambia per i commercianti di cannabis legale

Negli scorsi mesi si è parlato di una possibile tassazione sulla cannabis: se così fosse, cosa cambierebbe per i commercianti del settore?

 

In questo articolo cercheremo di offrire un’analisi generale e panoramica della situazione, concentrandoci sulla proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle nel 2019.

Buona lettura!

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Tassa sulla cannabis legale: le cause di questa decisione

Svolta per i commercianti della cannabis. A seguito della riunione per il Bilancio da parte del Senato, è stato deciso di attuare una piccola integrazione della legge 242 del 2016 in merito alla vendita di Cannabis Sativa L.

In particolare, è stato affermato che una pianta con un contenuto di THC non superiore allo 0,5% non potrà più essere considerata stupefacente.

Ma perché si parla di integrazione di una legge già esistente?

Per due semplici ragioni: la prima, per una volontà di colmare un vuoto formativo in merito alla vendita di cannabis (nella legge 242 non se ne parlava mai nello specifico). La seconda ragione riguarda la volontà di contrastare una recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione seconda la quale il fattore discriminante non era il THC in quanto principio attivo della cannabis, ma piuttosto sul suo effetto psicoattivo e, dunque, sulla sua capacità di provocare dipendenza.

In altre parole, non importava quanto THC fosse contenuto nella cannabis, esso rappresentava un problema a priori a causa della sua natura.

Ma con l’integrazione di una nuova mini accisa, ora la cannabis potrebbe essere venduta liberamente, purché il livello di questo cannabinoide non superi, come abbiamo detto, lo 0,5%.

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Canapa tax: cosa cambia al livello legislativo

La normativa è stata introdotta nella commissione del Senato ma, per essere approvata, deve ricevere una conferma da parte dell’assemblea di Palazzo Madama.

Ma detto questo, cosa cambierebbe sostanzialmente al livello legislativo?

Sinteticamente, verrebbero apportate delle modifiche:

  • al Testo Unico delle Accise (in particolare al decreto legislativo numero 504 del 26 ottobre 1995);
  • alla legge numero 242 del 2016;
  • al Testo Unico degli Stupefacenti (D.P.R. 309 del 1990).

Ma andiamo con ordine.

Abbiamo detto che la proposta prevede un’integrazione di una mini accisa sulla biomassa di canapa: in particolare verrà sottoposta una tassa fiscale corrispondente a dodici euro a tonnellata applicata in base alla percentuale di cannabidiolo presente. Questa imposta dovrà essere pagata sia dai produttori di cannabis che dagli importatori di canapa da altri Paesi dell’Unione Europea.

Per quanto concerne la legge del 2016, invece, abbiamo già anticipato poc’anzi che è avvenuta un’integrazione volta a regolamentare la vendita di prodotti di cannabis, di cui non si era ancora fatta menzione all’interno del testo di legge. Per essere più precisi, la normativa sarà applicata:

  1. alla vendita dei derivati dalla canapa;
  2. alla coltivazione della pianta;
  3. alla trasformazione dell’intera pianta (fiori, radici, foglie, resine, ecc.).

Inoltre, viene fatta un’integrazione nel terzo comma della stessa legge, in cui si stabilisce che la pianta di canapa potrà essere utilizzata per la creazione di prodotti di cannabis purché il contenuto di THC non superi lo 0,5%.

Questo ha portato a una conseguente modifica che D.P.R. 309/90 in merito alla tabella in cui vengono elencate le sostanze psicotrope – come il THC – e alla tutela del cannabidiolo (CBD), sostanza non psicoattiva largamente utilizzata per scopi terapeutici.

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Tassazione cannabis: l’intento è di non lasciare alcun vuoto formativo

Qual è l’obiettivo di questa manovra proposta nel 2019 dal Movimento 5 Stelle?

L’allora senatore Francesco Mollame aveva sottolineato come questa normativa fosse volta ad avviare un “percorso virtuoso di green economy” ma anche per dare “uno slancio all’economia del settore”, dando finalmente delle leggi chiare e concrete a chi già investe nel mondo della cannabis, nonostante dubbi, incertezze e cambiamenti repentini.

In sostanza, l’obiettivo del partito era di colmare il vuoto normativo della legge 242 del 2016, così da non lasciare spazio ad alcuna interpretazione, senza contare la possibilità di generare nuove entrate nella cassa dello Stato.

Esatto, proprio così.

Secondo i dati del senatore, si parlava di almeno 10 milioni di euro di incassi, anche se egli ritiene che si possa parlare di un vero e proprio boom del settore cannabis in Italia. Non è un caso, infatti, che oggi si contino più di diecimila dipendenti per tremila aziende operanti nel settore che ogni anno registra una forte crescita.

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Conclusioni

Questo articolo aveva il proposito di illustrare la situazione in merito alla possibile nuova canapa tax. La tassazione sulla cannabis sembrerebbe un modo per regolamentare la vendita di cannabis, tutelando gli operanti del settore e, al contempo, generare una cospicua entrata nelle casse dello Stato.

Ad oggi la situazione è ancora incerta, per cui occorrerà attendere ulteriori sviluppi in merito.

A presto!