Cartine tornasole e cannabis: come utilizzarle per misurare il pH del terreno

Le cartine tornasole e il ph del terreno per la cannabis

Modificato il: 30/05/2023

Un viaggio alla scoperta dell’importanza del PH nella coltivazione della cannabis

Se vivi in un paese che lo permette e stai valutando di intraprendere una coltivazione personale di marijuana, sarebbe bene che ti informassi a dovere rispetto al PH del terreno e al ruolo fondamentale che gioca nella crescita delle piante.

Niente paura!

 

Comprendere come funziona il PH e come gestirlo in modo efficace è più facile a farsi, che a dirsi!

In questo articolo troverai alcune dritte fondamentali, a partire da come misurare il valore del PH.

Leggi anche: Come seminare la marijuana nel miglior terreno possibile: 5 cose che non conosci del rapporto tra terreno e germinazione

Cosa sono le cartine tornasole? E come funzionano?

Le cartine tornasole sono particolari striscioline di cartoncino, studiate per reagire al PH delle sostanze con le quali entrano in contatto.

Il metodo per capire se il PH rilevato sia acido, neutro o basico è semplicissimo: basterà infatti osservare il colore che assumerà la striscia dopo un determinato intervallo di attesa e interpretare il risultato con il supporto dell’indicatore.

Misurare il PH è un passaggio fondamentale per conoscere le proprietà chimiche di determinate sostanze, quali acqua, cibi o, come in questo caso specifico, terreno. Questo tipo di indagine, ti consentirà di capire se le condizioni del terriccio che stai per utilizzare, siano ottimali per il raggiungimento dei tuoi obiettivi.

Terriccio con ph ottimale

Dal punto di vista chimico, è possibile classificare tutte le sostanze in base al loro PH:

  • verranno classificate come acide le sostanze aventi un PH basso;
  • neutre quelle con PH intermedio;
  • basiche quelle invece con PH alto.

Se ti interessa scoprire che valori dovrebbe avere il terreno, per garantire un raccolto rigoglioso, continua a leggere.

Per ora però, voglio soffermarmi ancora un attimo sul funzionamento delle cartine tornasole.

Questi particolari strumenti sono costituiti principalmente di pasta di legno, che viene lavorata in modo da eliminare completamente ogni sorta di agente contaminante. Ciò è necessario per garantire l’affidabilità delle rilevazioni.

Per ottenere tale risultato, il legno subisce diversi processi chimici, che servono a rimuovere ogni traccia di eventuali materiali indesiderati. Al termine di questa fase poi, il legno viene lasciato fermentare con ammoniaca e carbonato di potassio e successivamente messo ad asciugare.

A questo punto, è considerato abbastanza incontaminato da garantire la massima attendibilità durante le misurazioni.

I principali utilizzi delle cartine tornasole, ad oggi, sono riconducibili all’ambito chimico, scolastico e medico-scientifico.

Ma torniamo al terreno… Se stai pensando di coltivare delle piante di cannabis, laddove il tuo paese lo consenta, le informazioni che sto per darti, possono tornarti molto utili.

Vediamo ora in che modo il PH influisce sul terreno e sulle sue prestazioni.

Cos’è il PH del terreno? Come misurarlo?

Il PH del terreno, altro non è che la misura quindi della sua acidità.

Considerare questo valore, è fondamentale se stai pensando di coltivare delle piante di cannabis, dato che è determinante per la vita (o la morte) di tutti quei microrganismi del suolo.

Inoltre, esercita un’azione essenziale anche sulle reazioni chimiche che si verificano in natura.

Per farla semplice, il livello di PH del suolo è fondamentale e gioca un ruolo importante nell’apparato radicale delle piante. In particolare determina la loro capacità di assorbire le sostanze nutritive presenti nel terreno.

I valori di riferimento per la misurazione del PH oscillano tra 0 e 14, dove 0 indica la massima acidità, mentre 14 la massima basicità. A metà della scala poi, troviamo i valori neutri.

Vediamo ora, a livello pratico, i passaggi da seguire per rilevare il PH del tuo terriccio.

Per prima cosa assicurati di non scegliere porzioni di terra che siano state concimate di recente. Ciò altererebbe le rilevazioni.

L’ideale sarebbe individuare quindi una zona a riposo e procedere a scavare una buca di più o meno 25 cm. A questo punto, preleva una piccola quantità di materiale e riponila in un barattolo di vetro insieme a dell’acqua distillata.

In questa fase è molto importante mescolare la soluzione per almeno 15 minuti e poi attendi almeno una mezz’oretta, durante la quale il terriccio si sedimenterà sul fondo del barattolo.

Ora non ti rimane che immergere la cartina tornasole nella soluzione acquosa e attendere la sua reazione, secondo le istruzioni del venditore.

Ora che hai il valore del PH del tuo terreno, sei pronto a scoprire se promette bene per la coltivazione delle tue piantine di marijuana.

Come deve essere dunque il terreno se vuoi coltivare delle belle piante di cannabis, che siano forti e rigogliose?

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Come deve essere il PH del terreno per la coltivazione della cannabis? E perché è importante?

Coltivazione di cannabis

In fatto di coltivazione, il valore del PH è seriamente determinante. Ti basterà chiedere consiglio al venditore dei tuoi semi, per averne la conferma.

Chiunque abbia esperienza in materia, non potrà fare altro che dirti infatti che lo sviluppo e la crescita di una pianta sono sempre direttamente proporzionali alla qualità del terreno in cui vivono.

Ad ogni modo, il valore ottimale per la coltivazione della cannabis è compreso tra 6,0 e 7,0.

Un allontanamento eccessivo da questi valori di riferimento, comporta una carenza nell’assorbimento delle sostanze nutritive. Ciò dipende dal fatto che le piante di cannabis, sono in grado di assorbire le sostanze di cui hanno bisogno solo all’interno del già citato intervallo.

Che fare quindi, se ti rendi conto che il terreno non presenta i livelli di PH ideali?

Esistono infatti alcuni accorgimenti che ti permettono di risolvere facilmente questo problema.

Innanzitutto occorre determinare se il terreno sia troppo acido o troppo basico per le tue esigenze di coltivazione. A questo punto non ti resta che recarti presso il tuo rivenditore di articoli da giardinaggio di fiducia e lasciarti consigliare sull’acquisto di determinate soluzioni chimiche, pensate appositamente per alzare o abbassare il livello di PH.

Non voglio illuderti però… Difficilmente riuscirai a modificare il valore in modo definitivo. Se un terreno ha la tendenza ad un certo PH, col tempo tenderà a ristabilirlo.

Ciò comporta la necessità di un monitoraggio costante e di conseguenza tutta una serie di attenzioni extra, che ti faranno perdere un sacco di tempo.

Se questa è la tua situazione, ti consiglio piuttosto di cambiare il terriccio o, meglio ancora, di optare direttamente per uno biologico. Così facendo, avrai diversi vantaggi:

  • non dovrai preoccuparti del PH del terreno. Utilizzare un compost ricco in materia organica o scegliere ammendanti naturali, consentirà ai microrganismi presenti di lavorare in modo naturale, per rendere le sostanze nutritive perfettamente assimilabili a livello di apparato radicale;
  • la coltivazione biologica inoltre garantisce un raccolto di qualità considerevolmente superiore. Se sceglierai questo metodo per tirare su le tue piantine, potrai assicurarti un raccolto abbondante e ricco di terpeni.

In conclusione, come misurare il Ph del terreno per la coltivazione della cannabis?

Come spiegato sopra, il livello del PH gioca un ruolo fondamentale nella buona riuscita della tua coltivazione di cannabis.

La marijuana infatti, si dimostra capace di assorbire le sostanze nutritive dal terreno, solo se questo presenta dei valori di acidità compresi tra 6,0 e 7,0.

Ma come fare a capire se il tuo terreno offre le condizioni adeguate affinché ciò avvenga?

In questo caso, basterà ricorrere ad un metodo tanto semplice quanto efficace: le cartine tornasole.

Se dovessi rilevare valori non ottimali per la coltivazione della marijuana, potrai ricorrere all’utilizzo di alcuni prodotti chimici, pensati proprio per riportare i valori del PH ai livelli ideali.

Tieni presente però, che questa sarà quasi sicuramente una soluzione temporanea. Il terreno infatti tende naturalmente al rispristino delle sue condizioni iniziali, motivo per cui il mio consiglio è quello di lasciar perdere e optare per un terreno che sia naturalmente adatto, come il terriccio biologico.

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