Coltivazione domestica della cannabis: è possibile coltivare canapa in Italia nella propria abitazione?

coltivazione domestica della cannabis

Modificato il: 30/05/2023

Cosa dice la legge italiana e come potrebbe cambiare la normativa in materia

Tra gli amanti della canapa c’è tanta curiosità in merito alla possibilità di acquistare semi di marijuana online, piantarli in casa e vedere crescere le piante giorno dopo giorno. Questo genere di attività, però, non è legale in Italia. Tuttavia, non è da escludere che – limitatamente alla coltivazione domestica – possa cambiare qualcosa a breve.

 

Nelle prossime righe ti parlerò di come è regolamentata (e sanzionata) la coltivazione delle piante di canapa in sede privata e per uso personale, e ti dirò quali modifiche legislative potrebbero esserci nei prossimi tempi.

Depenalizzazione della coltivazione domestica

 

Cannabis per uso personale: coltivarla in casa è reato?

La legislazione italiana è piuttosto ostile nei confronti della cannabis e dei suoi derivati. Basti pensare che la coltivazione, la raffinazione, la commercializzazione e il trasporto di sostanze stupefacenti (tra le quali sono presenti anche i derivati della cannabis) costituiscono reato amministrativo e penale, che può essere punito con una condanna severa.

Tuttavia, nonostante nel nostro Paese la coltivazione sia a tutti gli effetti illegale, ci sono delle eccezioni in merito a quella domestica. Questo non significa che vi siano casi in cui è legale portare a germinazione i semi di marijuana tra le mura domestiche, nel proprio giardino o nel balcone, ma che lo Stato – in presenza di determinate condizioni – agisce solo a livello amministrativo e non penale. Alla luce di varie sentenze della Corte di Cassazione, infatti, non è considerato reato penale coltivare cannabis in casa se:

  • la quantità delle piante è minima e attribuibile al consumo personale;
  • le dimensioni dell’area adibita alla loro coltivazione sono ridotte;
  • i metodi e le strumentazioni utilizzate sono rudimentali.

Per ora, sul numero di piante considerato ‘minimo’ dalla legge non ci sono indicazioni precise, anche perché questo fattore è strettamente legato agli altri due. Mi spiego meglio: può accadere che chi coltiva marijuana tra le mura domestiche utilizzando tecniche rudimentali può non incorra in conseguenze di natura penale anche se possiede 10 piantine; viceversa, chi coltiva la cannabis in casa utilizzando lampade, impianti di aerazione e riscaldamento o allestisce una vera e propria serra, rischia una condanna penale anche con 4 o 5 piante.

Ma ora vediamo quali possono essere le conseguenze della coltivazione domestica dal punto di vista amministrativo. Nella fattispecie, cerchiamo di capire cosa succede se le autorità certificano che la coltivazione è finalizzata al mero utilizzo personale.

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Quali sono le sanzioni amministrative per la coltivazione della canapa in casa

Come hai già avuto modo di constatare, il fatto che in alcuni casi sia prevista la depenalizzazione della coltivazione domestica non implica che questa pratica sia legale. Dopotutto, anche se le ragioni alla base di una simile scelta sono legate all’approvvigionamento delle scorte di marijuana per il consumo personale e non hanno nulla a che fare con lo spaccio, si parla sempre di sostanze stupefacenti la cui assunzione non è tollerata dalla legge. Anche le persone che possono consumare marijuana sotto prescrizione medica, infatti, sono tenute ad acquistare la materia prima in farmacia e non sono autorizzate in alcun modo a piantare semi di cannabis in casa.

Ok, mettiamo il caso che io decida di correre questo rischio: che cosa succede se mi beccano?

Allo stato attuale – sempre che tu riesca a dimostrare che la tua vena di coltivatore sia di stampo amatoriale e finalizzata alla produzione di cannabis per uso privato – subiresti il sequestro delle piante incriminate e il ritiro/sospensione di documenti come:

  • passaporto e carta d’identità valida per l’espatrio;
  • porto d’armi;
  • patente di guida;
  • permesso di soggiorno (per i cittadini stranieri).

Inoltre, nel caso in cui tu non abbia uno di questi documenti, per un determinato periodo di tempo non potrai nemmeno farne richiesta. Insomma, nonostante si scampi al reato penale, le conseguenze della coltivazione domestica di canapa non sono proprio ininfluenti. Tuttavia, giusto di recente, si è configurata la possibilità di un’apertura nei confronti di questa pratica. Te ne parlo nel paragrafo successivo.

Sanzioni per la coltivazione della canapa

 

Coltivazione domestica della cannabis: novità in arrivo?

Qualche mese fa gli amanti e i sostenitori della cannabis hanno dovuto incassare dalle istituzioni un secco “No” alla proposta di un referendum per la legalizzazione della cannabis. Tuttavia, alcune fazioni politiche continuano a portare avanti una lotta iniziata decenni fa per cercare di limitare il proibizionismo nei confronti di questa pianta.

Nel mese di giugno del 2022 il testo di legge “Magi-Licantini” ha ricevuto il benestare della Commissione Giustizia della Camera e potrà dunque essere discusso in Aula. Questa proposta di legge tocca direttamente il tema della coltivazione domestica della cannabis in quanto propone – tra le altre cose – la sua depenalizzazione totale in presenza di un numero di piante non superiore alle 4 unità.

L’approvazione di questa misura aperturista segnerebbe una svolta storica perché consentirebbe a chi assume marijuana per scopi terapeutici (ma anche ricreativi) di coltivare privatamente la materia prima senza rivolgersi al mondo dello spaccio e senza rischiare pene o sanzioni.

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In conclusione

La strada per la liberalizzazione della cannabis in Italia è ancora molto lunga, ma manovre come questa rappresentano tappe fondamentali per un nuovo approccio nei confronti di questa pianta che tanti Paesi del mondo hanno già modificato da tempo.

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