Acqua e cannabis in fioritura: ecco di quanta acqua ha bisogno la pianta in questa fase

acqua e cannabis in fioritura: dosi e metodi

Modificato il: 30/05/2023

Scopri le principali informazioni riguardo all’irrigazione delle piante di cannabis durante il periodo di fioritura

Nel mondo della coltivazione della canapa quello dell’irrigazione è un argomento molto serio.

Fin dal momento in cui si piantano i semi di marijuana, per arrivare poi alla fase vegetativa e infine alla fioritura, l’acqua dev’essere dosata in maniera adeguata o si rischia di compromettere la salute delle piante.

 

In questo articolo ti vogliamo parlare in particolare del rapporto tra acqua e cannabis in fioritura.

Come agiscono i canapicoltori durante questo particolare periodo?

Quante volte si annaffia una pianta di maria?

Esistono delle regole fisse?

Ecco le risposte a tutte le principali domande riguardo alle modalità di irrigazione della cannabis in fiore.

dosare l'acqua per la cannabis in fioritura

Cannabis e irrigazione in fioritura: ecco che cosa è importante sapere

Da quando si piantano i semi di cannabis fino al momento in cui la pianta di marijuana completa il suo ciclo di crescita e giunge finalmente alla fase di fioritura, occorre fare molta attenzione affinché si possa arrivare al raccolto con la pianta in ottima salute.

È importante curare la parte del nutrimento, dosare l’umidità dell’ambiente e la luce, ed è fondamentale prestare attenzione anche alle quantità di un elemento semplice come l’acqua.

Quanta acqua dare alle piante in fioritura?

Durante la prima fase della fioritura le piante assorbono un quantitativo di acqua simile a quello del periodo finale della fase vegetativa: non ci sono sostanziali differenze.

A mano a mano che le cime diventano più grandi e iniziano a formarsi i pistilli però, le radici cominciano ad assorbire più acqua, pertanto le innaffiature dovranno essere aumentate.

Se ti stai domandando quali possano essere le dosi precise, sappi che è impossibile dare una risposta universale.

Molti fattori incidono su questa decisione: per esempio, le piante di canapa possono essere esposte a temperature più o meno elevate, possono essere coltivate in substrati differenti che hanno livelli diversi di ritenzione idrica; inoltre sulle dosi dell’acqua possono incidere anche le dimensioni dei vasi, e tanto altro…

Naturalmente ci possono essere delle differenze anche per quanto riguarda l’irrigazione indoor o outdoor.

Diciamo che l’ideale sarebbe irrigare le piante solo quando il terreno diventa asciutto, e questo vale sia per le piante nate da semi femminizzati sia per quelle nate da semi autofiorenti, veloci o di qualsiasi altra tipologia.

Perché le piante di marijuana crescano in buona salute, è importante evitare i ristagni idrici: meglio dare poca acqua e aggiungerla all’occorrenza che rischiare che le radici marciscano per l’elevata umidità del terreno.

Chiarito che le dosi dell’acqua da somministrare alle piante possono essere molto differenti da caso a caso, probabilmente ora ti starai chiedendo se esiste almeno una qualche tecnica di irrigazione comune. 

Per quanto riguarda la tipologia di irrigazione durante la fase di fioritura delle piante di marijuana, molti canapicoltori (ma non tutti) seguono uno schema in quattro fasi che consiste nell’alternare acqua pura con acqua miscelata a fertilizzante:

  • il primo giorno vengono somministrate sia acqua che sostanze nutritive;
  • il secondo giorno si salta l’irrigazione;
  • il terzo giorno si innaffiano le piante con acqua pura;
  • anche il quarto giorno si salta l’irrigazione. 

A questo punto il ciclo si ripete fino agli ultimi giorni prima del raccolto, in cui la somministrazione dei fertilizzanti e dei nutrienti viene sospesa del tutto.

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Percentuali di umidità: attenzione all’acqua nell’atmosfera

Abbiamo chiarito che durante la fase di fioritura più i fiori sono grandi e più la pianta di cannabis necessita di acqua, e che allo stesso tempo è importante non esagerare con le dosi.

Oltre a questo è importante specificare anche che, al contrario, la percentuale di umidità nell’atmosfera dovrà diminuire gradualmente.

Nello specifico, in fase di fioritura le percentuali di umidità dovranno rientrare tra il 40% e il 50%, mentre nelle ultime due settimane prima del raccolto tra il 30% e il 40%.

Ti stai chiedendo perché?

I tassi di umidità troppo elevati potrebbero essere catastrofici per il raccolto perché spesso sono la causa della formazione di goccioline d’acqua tra le cime.

Queste goccioline di condensa, a loro volta, col tempo potrebbero portare alla nascita di muffe, compromettendo l’intera piantagione: purtroppo, infatti, in casi come quello appena ipotizzato, anche avendo a che fare con le genetiche di cannabis più resistenti nate dai migliori semi (come i semi veloci Bsf) ci sarebbe ben poco da fare.

L’acqua, dunque, sia nei vasi che nell’ambiente, ha un impatto decisamente importante sulla salute delle piante di cannabis!

acqua e cannabis in fioritura

Temperatura e pH dell’acqua per la cannabis in fioritura

I canapicoltori che amano curare la parte dell’irrigazione al meglio, oltre che fare attenzione alle dosi, tengono sotto controllo anche il pH e la temperatura dell’acqua, due caratteristiche che possono incidere moltissimo sulla qualità della pianta, e di conseguenza del raccolto.

Nel momento in cui le piante di cannabis sono in fiore, il pH dell’acqua per le colture su terreno dovrebbe stare tra il 6 e il 7; nelle colture in idroponica, tra il 5,5 e il 6,5.

Per quanto riguarda la temperatura, meglio evitare l’acqua eccessivamente calda: le condizioni ideali si aggirano attorno ai 20°C.

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Per concludere

Come vedi, durante la fase della fioritura anche i canapicoltori più esperti seguono qualche dritta per irrigare le piante di cannabis al meglio.

Quando i fiori si sviluppano le radici assorbono più acqua, quindi è importante aumentare l’intensità dell’irrigazione

Allo stesso tempo è fondamentale non esagerare per non rischiare di compromettere la salute della pianta proprio prima del raccolto.

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